L’istituzione da parte della compagnia delle Indie Olandesi nel 1652 aveva uno scopo più grande, che essere semplicemente una stazione di rifornimento di verdura e frutta fresca, per le flotte mercantili della compagnia, durante i loro viaggi verso l’India e le aree circostanti, essa infatti ha portato ad una fiorente industria vinicola, e alla nascita di una nazione.
JAMES VAN RIEBEECK
Nel 1655, il primo governatore del Capo James Van Riebeeck piantò il primo vigneto, e il 2 febbraio del 1659, segnò l’inizio di tutto: fu ottenuto il primo vino dalle uve del Capo. Van Riebeeck, incoraggiò molto gli agricoltori a piantare vigneti, ma c’era molta riluttanza, anche a causa dell’ignoranza dei contadini in materia di viticoltura.
Le cose iniziarono a cambiare, quando nel 1679, succedette Simon Van Der Stel, molto ben preparato in materia di viticoltura e vinificazione; piantò un vigneto nella fattoria di proprietà, COSTANTIA, e sin dall’inizio il vino che produceva era buono.
SIMON VAN DER STEL
Gli Olandesi non avevano nessuna tradizione vinicola e fu solamente dopo che gli Ugonotti Francesi tra il 1680 e 1690, si stabilirono al Capo, l’industria vinicola iniziò a fiorire.Dovettero adattare loro consolidate tecniche di vinificazione, alle nuove condizioni poste dal governatore, ma con il tempo la loro cultura e le loro abilità hanno lasciato un segno permanente sull’industria vinicola del Sudafrica
MOMENTI DIFFICILI
Il XVIII secolo, fu una fase difficile per l’industria vinicola Sudafricana , c’era molta resistenza ai vini del Capo, che provenivano dai mercati di esportazione dell’Europa, inoltre la qualità di alcuni vini lasciva a desiderare; c’era una grave carenza di botti di Rovere, per garantire il giusto invecchiamento del vino, ma non solo. Alcune botti , utilizzate per l’esportazione del vino, in precedenza erano state utilizzate per la salamoia, per cui provate a pensare la qualità come poteva essere. Inoltre l’industria ha lavorato e lottato per identificare le migliori varietà per ogni distretto per adattare le migliori tecniche di vinificazione alle condizioni locali.
Ma dai momenti difficili e dal duro lavoro, può nascere qualcosa di buono. La prima metà del XIX secolo, portò una nuova prosperità a questa industria, l’occupazione Brittanica del Capo, creò un nuovo e fiorente mercato per i vini del Capo; I vigneti del Capo aumentarono in 45 annida 13 a 55 milioni, e la produzione di vino da 0,5 milioni, a 4,5 milioni di litri.
Tuttavia il 1861 segnò un altro crollo, la Gran Bretagna risolse le sue ” divergenze” con la Francia, e le esportazioni di Vino dal Sudafrica crollarono, come se non bastasse nel 1866 la fillossera decimò i vigneti. Nel 1889 ebbe inizio la guerra Anglo-Boera, l’industria era nel caos , e ne seguirono altri 25 anni di difficoltà.
Fu Charles Kohler che portò nel 1918 un pò di sollievo, creò infatti la Ko-operatieve Wijnbouwers Vereniging van Zuid-Afrika Beperkt (KWV) , un ancora di salvezza per i suoi membri agricoltori. La KWV portò stabilità al settore, ponendo l’industria sulla strada della crescita e prosperità, furono infatti le basi per quella che è ora l’industria vinicola.
Venendo in tempi più recenti, negli anni 70 e 80 subì un boicottaggio conseguenza della politica dell’Apartheid, che ne impedì ogni forma di scambio con il resto del mondo, nonostante ciò i viticoltori non si sono fermati, hanno continuato a lavorare duramente , e quando le sanzioni furono revocate, nacque l’era moderna del vino Sudafricano. Dopo l’abolizione del’Apartheid nel 1991 e l’elezione di Nelson Mandela , l’apertura dei mercati ha portato nuova linfa vitale, nuovi stimoli verso un export basato solo su vini di qualità.
350 ANNI DI STORIA ENOLOGICA
L’ industria del vino Sudafricana, che fonde le tradizioni Europee con il gusto del nuovo mondo, a mio parere assieme all’enogastronomia riflette appieno il valore di questa terra, e ciò che è realmente; passionale, ricca, colorata, e sopratutto negli anni, dopo numerose battaglie ha saputo reinventarsi, mantenendo il patrimonio storico come punto focale, per ogni ripartenza.
Indubbiamente i vini Sudafricani esprimono al meglio i terroir, ma l’amore viscerale, per questa terra, i valori della famiglia, la tradizione di tutte le persone che ruotano attorno a questa industria sono il cuore pulsante della viticoltura qui.
Ad oggi il Sudafrica sta attraversando un entusiasmante periodo di cambiamento sia in vigna, che in cantina,Come in altri paesi del Nuovo Mondo, i viticoltori sono al lavoro per abbinare le varietà di vite ai terreni e ai meso-climi per ottenere i migliori risultati. La vita dei vigneti in Sudafrica è simile a quella europea, anche se l’anno viticolo del Sudafrica inizia a settembre. Mentre in Europa si stanno facendo i preparativi per la vendemmia, le viti in Sud Africa stanno appena iniziando a germogliare.
Gennaio al Capo preannuncia l’inizio dell’estate e, con l’aumentare delle temperature, iniziano a maturare i vitigni precoci. La maggior parte della raccolta avviene a febbraio e il rapporto zuccheri/acidi delle uve viene controllato giornalmente in modo che ogni varietà venga raccolta al punto di maturazione ottimale.
Le condizioni geografiche e climatiche sono uniche , e sono ideali per la coltivazione e produzione di vini eccezionali.La maggior parte delle regioni vinicole del Sudafrica sono influenzate dai due oceani, Atlantico e Indiano; Il clima marittimo e le fresche brezze provenienti dall’oceano fanno si che le viti maturino in maniera ideale, la moderna e attenta coltivazione, la tecnologia impiegata in cantina ben implementata e l’ottimo lavoro fatto dai vignaioli consente di ottenere il meglio dalle uve.
In Sudafrica generalmente il Terroir ha quasi un ruolo internazionale se così vogliamo dire, pochè quasi tutte le aziende si trovano una in prossimità dell’altra il che rende difficile fare una distinzione, qui generalmente lo standard è sempre costante e di alto livello, perché il clima è meno instabile rispetto all’Europa. Qui in Sudafrica le aziende vinicole si distinguono principalmente attraverso la SELEZIONE DI VARIETÀ’ DI UVE. I suoli del Sudafrica sono molto sfaccettati ,solo la regione di Stellenbosh possiede oltre 50 tipi di suolo, ed è questo che rende speciale ed attraente il vino che proviene dall’altro capo del mondo. Ogni degustazione è una scoperta di sapori e mondi inaspettati. Qui al Capo come in gran parte del nuovo mondo ci si concentra sulla selezione di siti più adatti a particolari varietà di uva, e questa nazione è diventato un leader nella ricerca del suo terroir, con alla base un programma all ‘università di Stellenbosh che nasce circa 16 anni fa per identificare ciò che lo costituisce , gli effetti sulle qualità delle uve, ubicazione tra varietà e zone, nonché sulle attuali pratiche viticole e il potenziale delle nuove aree vinicole, per produrre vini sempre migliori.
Clima e microclima di un terroir rappresentano il successo per la viticoltura. Il Sudafrica ha un clima generalmente costante per cui possiamo contare su una qualità sempre elevata. Durante il passaggio dall’inverno alla primavera il Sudafrica è soggetto a forti piogge, i minerali si dissolvono, e quando arriva il sole primaverile la vite prende energia, ed ecco che le condizioni per far maturare le uve arrivano. L’estate in Sudafrica è calda e secca ed è ideale per il vino, e grazie al “Cape Doctor” la brezza fresca che proviene dall’Atlantico mantiene la temperatura sui vigneti perfetta.
LA RACCOLTA DELL’UVA
In Sudafrica i viticoltori della maggior parte delle aziende vinicole hanno stabilito la raccolta manuale delle uve, poiché solo così vi è la sicura certezza di essere il più delicati possibili, lasciando incolumi i chicchi ed eliminando quelli danneggiati o malati, e la raccolta viene fatta in piccole cassette, perché se fossero più grandi, nel momento della sovrapposizione a causa del peso ci sarebbe una fuoriuscita del succo dalle uve.
I viticoltori Sudafricani così facendo hanno la possibilità di non avere all’interno del loro vini elementi indesiderati . Per alcune uve, la raccolta a mano avviene alle primi luci dell’alba. Immaginatevi il silenzio in mezzo a vallate incontaminate, l’alba che sta salutando un nuovo giorno, e il profumo dell’uva…pura poesia…
Le tradizioni della viticoltura, assieme ad una storia che risale ad oltre 350 anni fa che fonde la sobria eleganza del vecchio mondo, con gli stili del nuovo, fanno si che i vini esprimano in maniera eloquente l’unico terroir del Capo. Trovo che non ci sia affatto da stupirsi che questa straordinaria ricchezza di beni e tradizioni naturali, infondano nel vino Sudafricano un verso senso di questo magnifico luogo.
Dalla terra, alla bottiglia. In fondo la viticoltura potrebbe essere tranquillamente e semplicemente un atto d’amore verso i piaceri della vita.
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