La bottiglia non rappresenta solamente il contenitore dove al suo interno vi è racchiuso un viaggio, che nel momento esatto in cui noi la apriamo ci porta attraverso profumi e sapori in un luogo lontano, ma contiene informazioni utili per noi consumatori finali che ne garantiscono il prodotto e ci tutelano; nelle bottiglie di vino Sudafricano c’è n’è una di particolare che racconta il viaggio che il vino compie, dalla sua nascita all’imbottigliamento.
Ai tempi del Medioevo per autentificare un documento veniva utilizzato un sigillo di cera, e in ogni bottiglia di vino Sudafricana il ” SUSTAINABILITY WINE SEAL ” ha la medesima funzione. Esso infatti garantisce delle informazioni sull’etichetta della bottiglia, sulla varietà, annata, che le origini del vino siano accurate, veritiere, che sia stato coltivato, e prodotto in modo etico, rispettoso per l’ambiente . Ad oggi il Sudafrica è l’unico paese al mondo con una garanzia così onnicomprensiva .
Il sigillo WINE OF ORIGIN è stato introdotto per legge nel 1973, in un momento molto particolare, quando l’industria vinicola era controllata dal monopolio; un grande Team di ispettori furono coinvolti per registrare tutte le varietà coltivate, i luoghi, il tracciamento del raccolto attraverso la vinificazione ed infine nell’imbottigliamento.
Con l’avvento della Democrazia tutto il meglio di questo sistema è stato mantenuto semplificandolo e trasferendolo alla Sawis, (South Africa Wine Industry Information Services) , dove gli ispettori che ne fanno parte garantiscono che le cantine seguano la legislazione del sistema Wine Of Origin.
UNA TRACCIABILITA’ CHE ESISTE DA QUASI MEZZO SECOLO
Nel sigillo di qualsiasi bottiglia sono presenti due numeri che se inseriti nel sito web di Sawis vi faranno verificare tutte le informazioni, e nel caso vi possano essere dei problemi, Sawis può utilizzare quei numeri per rintracciare il vino fino al vigneto in qui è stato coltivato.
Nel 1998 inoltre il Sudafrica ha introdotto uno schema ufficiale noto come IPW ovvero, produzione integrata di vino, che raccoglie protocolli sui criteri di sostenibilità ambientale che includono la limitazione dell’uso di pesticidi, l’introduzione di predatori naturali, la conservazione della Biodiversità, la gestione dell’acqua, la sicurezza dei lavoratori e così via. Sia i vigneti che le cantine vengono controllate in base alle conformità che la legge prevede.
Nel 2010 è stato aggiunto un aggiornamento dell’originale sigillo Wine Of Origin, che unisce la tracciabilità del vino di origine con i punteggi che ogni protocollo presenta, vigneti e cantine infatti devono superare appieno tale punteggi .
Ma nello specifico cosa rappresenta questo sigillo? che storie racconta?
Bhè ci dice che l’85 % delle uve è stata raccolta nell’annata dichiarata in etichetta e che tali provengono dalla singola o più varietà indicate.
Il 100 % delle uve proviene dal luogo di origine indicato
Se il vino è di proprietà, il 100% delle uve proviene da vigneti di quella tenuta, che il vino è prodotto e anche imbottigliato nella tenuta.
Se si tratta di un singolo vigneto, il 100% delle uve è stato coltivato in quello specifico vigneto, con una dimensione massima di 6 ettari.
Infine che i vigneti e tutte le cantine hanno raggiunto e garantiscono un elevato standard di sostenibilità ambientale.
Ma questa bella storia non finisce qua, perchè questo sistema di tracciabilità ha portato ad una prima mondiale tutta Sudafricana, introdotta nel 2018, ovvero un altro sigillo certificato Heritage Vineyards, garantendo che il vino proviene da vigneti di 35 anni e oltre, fornendo la data di impianto.
I vini di alta qualità riflettono il senso del luogo da dove provengono, e questi sigilli presenti nei vini Sudafricani donano al mondo fiducia e rispetto, celebrando il Terroir unico delle Winelands, a ogni singolo vigneto più antico. I coltivatori e produttori Sudafricani sono un gruppo piuttosto indipendente e individualista, orgogliosi del fatto di essere tra i leader mondiali in fatto di agricoltura.
La storia di un vino inizia dal suolo per poi essere raccontata da prima nelle indicazioni in etichetta e poi nel momento in qui viene stappato, facendo si che il viaggio continui. Tutti questi sigilli che permettono di tracciare il vino dalla vite al bicchiere sono un motivo di orgoglio per tutta l’industria vitivinicola Sudafricana. Un industria che sta attraversando un entusiasmante periodo di cambiamento sia in vigna che all’interno delle cantine, i viticoltori come in altri paesi del nuovo mondo stanno provando nuove varietà di vite, e per abbinare tali varietà ai terreni e micro climi per ottenere migliori risultati.
Questi sigilli rappresentano una garanzia visiva che riguarda l’integrità di origine, annata, cultivar, la produzione sostenibile ed infine la tracciabilità del vino in bottiglia.