Il mio amore sconfinato per le bollicine, sempre alla ricerca di una nuova strepitosa bottiglia. Non c’è per me una festa migliore di un altra per stapparne una, in realtà trovo che ogni giorno potrebbe essere un occasione giusta, regalano gioia, vita, e possono sistemare una giornata storta. I Cap Classic Sudafricani, sono ben fatti, presentano una varietà di stili interessanti, il rapporto tra il valore e identità è ottimo, e si riflette appieno nel prezzo.

Mèthod Cape Classique, è il nome usato in Sudafrica per indicare i vini che seguono la vinificazione del metodo Champenoise con la seconda fermentazione in bottiglia; le uve provengono da diversi vigneti, coltivati nella regione del Capo, da vitigni con un età compresa tra i 14 e 18 anni, in totale questi vini devono trascorrere 12( legislazione che regolamenta la produzione di MCC) mesi sui lieviti. Ma come viene catturato lo scintillio?

Creato un vino base, una volta imbottigliato, segue la vinificazione viene aggiunto il ” Liqueur de tirage” una miscela di vino, zucchero, e lievito.Questa miscela fa iniziare la seconda fermentazione in bottiglia, lo zucchero si converta in CO2 che non può fuoriuscire, e fa si che le bolle vengano catturate al suo interno.

Una volta avvenuto questo processo, si forma una sedimento che deve essere rimosso per garantire un vino limpido; per arrivare a questo obiettivo, inizia un processo chiamato ” Remuage ” che prevede la rotazione delle bottiglie ogni giorno per un certo numero di settimane. Le bottiglie vengono conservate in Pupitres, delle assi se così le vogliamo chiamare particolari, ogni giro che viene fatto alla bottiglia, gioca un ruolo importante, inclinando sempre di più la bottiglia sulla testa, costringendo così il sedimento a raccogliersi nel collo della bottiglia.

Per rimuovere questo sedimento, i colli delle bottiglie vengono immersi in una salamoia molto fredda, per congelarla, la parte superiore della bottiglia viene rimossa, consentendo quindi alla pressione di sparare fuori un cubetto di ghiaccio che contiene il sedimento. Infine si aggiunge una seconda volta il liqueur de tirage, per rabboccare la bottiglia.

MCC è forse l‘abbreviazione più accattivante, per descrivere le fantastiche bollicine Sudafricane, quella più conosciuta, ma sebbene il suono sia distintamente Francese, questo termine è stato coniato nel 1992, in risposta ai divieti di utilizzare il termine Champagne, dalla all’epoca nascente Cape Classique Producer Association, formata da alcuni produttori affini, che condividono la passione degli spumanti rifermentai in bottiglia secondo il metodo Champenoise, con l’intento di differenziarsi dalla molte bollicine a basso costo, scarsa qualità, e produrne di migliori. Il nome fa riferimento al Capo ( Cap) e allo stesso tempo unisce il patrimonio degli Ugonotti Francesi, che hanno colonizzato le zone vinicole e introdotto l’arte della vinificazione. Sostanzialmente è la risposta Sudafricana allo Champagne.

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La maggior parte dei produttori fa riferimento al Cap Classic, come stile, ed è qualcosa di unicamente e distintamente Sudafricano. Nel corso degli anni i produttori, hanno perfezionato il processo, e ad oggi ne vengono prodotti di davvero eccezionali.

Qualsiasi uva è consentita, per la maggiore i MCC sono base di uvaggi come Chardonnay e Pinot Noir, ma si possono trovare varietà come Pinotage e Chenin Blanc, che riflettono la storia del Sudafrica.

Quest’anno decorre il 50 anniversario del della prima bottiglia di MCC Sudafricano, l’iconica Kaapse Vonkel, concepita a Simonsig nel 1971, dalla passione e perseveranza dal patriarca della famiglia Malan, Frans Malan. Pensate che il costo della bottiglia era di 3RAND, affermandosi come la bottiglia più costosa del paese!

Il 1 Settembre è il #capclassicday

IL FUTURO DEL MCC SUDAFRICANO

L’associazione si sta impegnando, per il futuro che non venga più usato l’acronimo MCC, ma solamente Cap Classic, per rafforzare questo marchio unicamente Sudafricano. Un altro obbiettivo della Producer Association è di portare delle modifiche nella produzione, cambiando la legislazione legata alla produzione di MCC, ovvero che la fermentazione delle fecce in bottiglia a 15 mesi, attraverso una nuova e massiva campagna di marketing, e di far passare un passare un messaggio molto importante: l’importanza del tempo nella produzione di spumanti di qualità Sudafricani.

I principali criteri utilizzati, per determinare un Cap Classic di alta qualità, sono l’annata, il cultivar e il grado zuccherino

L’impegno da parte dell’associazione è sempre attivo e costante, mira soprattuto a migliorare lo standard qualitativo di tutti i vini prodotti secondo questo metodo; qualunque produttore di MCC fa parte di questa associazione, apportando cultura e un accrescimento della comunità. Tutte le associazioni che gestiscono, e regolamentano il vino in Sudafrica sono molto unite, coese, si aia materia di marketing, sia nel creare una rete perfetta a livello turistico, magari con la promozione di nuovi progetti; All’inizio di quest’anno nasce un progetto tutto femminile Made in Sudafrica con l’intento di far conoscere la gioia che donano i Cap Classic, imparare a conoscerle, le note di degustazione, e le storie di vignaioli, le mie preferite. BUBBLY BOX ve lo consiglio vivamente, per imparare di più su queste fantastiche bollicine, magari prima di partire alla scoperta delle Wine Farm.

” Ogni bottiglia, è un atto d’amore, e ogni sorso è una celebrazione”

Catturare la magia, lo scintillio e il processo per arrivare a ciò, è molto probabilmente quello che rende unica la produzione di un MCC.

Adesso non ci rimane che brindare, e godere di questo magico scintillio tutto Sudafricano.

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