I vini Sudafricani, presenti nell’edizione 2018 del Vinitaly,la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino, che unisce professionisti e appassionati a Verona, che per tali rappresenta una vetrina imperdibile. Questa fiera non rappresenta solo vini made in Italy,ma racchiude in se tutto il mondo enologico, con vini da tutto il mondo e con tradizioni che vengono da molto lontano. Noi non potevamo mancare nell’ultima giornata, facendo un piccolo viaggio tra i sapori e profumi del nostro amato Sudafrica, grazie a AFRIWINES , l’unico importatore nel nostro paese, di vini dalla Rainbow Nation. Ad aprire la degustazione, la console Titi Nxumalo, console generale del Sudafrica in Italia, che ha dato il benvenuto a tutti i presenti.
Titi, ha introdotto il mondo vitivinicolo in Sudafrica, sottolineando che da molti definiti come i vini ” del nuovo mondo” in realtà, la loro tradizione risale a qualche anno prima rispetto ad altre nazioni come il Cile, Argentina e Nuova Zelanda che si affacciarono più o meno 200 anni dopo, verso il 1840, all’industria vinicola rispetto al Sudafrica e possono far parte del nuovo mondo. La nascita della viticultura nella nazione Sudafricana, nasce intorno al 1650, quandogli Olandesi iniziarono a piantare viti, ma circa un decennio più tardi, con i Francesi emigrati, inizia la vera vita enologica dall’altro capo del mondo. Nel 1685 nacque, Groot Costantia, la più antiche cantina del paese. L’industria enologica Sudafricana, nella storia recente, ebbe un notevole balzo in avanti dopo la caduta dell’Apartheid grazie al presidente Nelson Mandela il quale ha donato al paese, principi di uguaglianza, e fece diventare questa bellissima terra una nazione nel 1994 dopo le prime elezioni democratiche.
Il Sudafrica detiene una maggiore bio diversità sia nella flora che fauna, di più che nel resto del mondo,che aggiunto alle diverse condizioni climatiche che si presentano nelle varie zone vinicole e non solo, qui si possono produrre tra i migliori vini al mondo, una varietà e una diversità che è presente nei vini. Chenin Blanc, Merlot, Cabernet Sauvignon, Shiraz, e non ultimo, il Pinotage, un vitigno autoctono, con un profilo aromatico tutto suo. Il 10 % del P.I.L Sudafricano è dato dalla produzione vinicola, una vera e propria industria che da lavoro a 300.00 persone ed è un pilastro fondamentale dell’economia. Per il Sudafrica, l’Italia è un mercato ancora crescente, e vista la nostra lunga tradizione enologica, il loro vino non è ancora conosciuto. Ad oggi grazie agli accordi economici, molti europei hanno la possibilità di conoscere la loro cultura enologica, grazie anche ai prezzi favorevoli di acquisto delle bottiglie.
Ma veniamo a noi, dopo tutto questo parlare, ci è venuta sete… La parte preferita della nostra giornata, la Degustazione dei vini Sudafricani.
Il valore aggiunto, e il merito di una degustazione ben riuscita, nonostante i tempi stretti, che per un pò ci ha riportato in Sudafrica grazie non solo ai profumi e sapori dei vini, ma anche alle parole e alla spiegazione di Guido Invernizzi, il relatore. Guido oltre ad essere un medico oncologo, è un grande e profondo conoscitore e comunicatore di vino, nonché grandissimo estimatore dei vini Sudafricani, grazie a lui i 4 vini degustati, sono stati dei brevi ma intensi viaggi tra una terra e la sua anima profonda, che si manifesta appena una bottiglia viene stappata.
AYAMA CHENIN BLANC 2017
La prima cantina, presente nella nostra degustazione, Ayama che in locale Xhosa significa ” qualcuno a qui appoggiarsi ” è un azienda che si trova a Paarl, acquistata da Italiani amanti del vino nel 2005. La tenuta originaria del 1685, fa parte del progetto di preconservazione del patrimonio Sudafricano. Uvaggio presente Chenin Blanc, con una vinificazione delle uve scelte e raccolte nelle prime ore del mattino, la fermentazione avvenuta in serbatoi d’acciaio. Alla vista, un colore paglierino scarico dai riflessi verdognoli, dal profumo intenso, frutta tropicale, e fiori con un finale leggermente speziato. Al palato risulta minerale e un acidità ben bilanciata. Un profumo intenso.
SPIER VINTAGE SELECTION PINOTAGE 2016
Spier wine estate una delle più antiche del paese, il primo vino fu prodotto nel 1712, e conserva edifici che risalgono al 1767, una ristrutturazione importante fu fatta agli inizi degli anni novanta. Il Pinotage vintage selection, nasce da uve selezionate e raccolte a mano, primo e secondo passaggio dopo la fermentazione in Barrique per 18 mesi. Un vino dall’aspetto sano, dal colore rosso rubino intenso, al naso spiccano note di frutta a bacca rossa,spezie come ginepro e pepe nero, con accenni di cioccolato.Il tannino è equilibrato.
WHALEHAVEN CC PINOT NOIR 2013
La terza cantina Whalehaven, che si trova all’ingresso della valle Hemel- En- Aarde, nel clima fresco della regione vinicola dell’Overberg. Un azienda che si presta nella produzione di vini realizzati da vitigni Francesi, affermandosi nelle ultime annate come produttore “premium” di Chardonnay e Pinot Noir. Proprio quest’ultimo è stato degustato da noi. Un vino dal colore giovanile, violette e prugne al palato, e un finale speziato di pepe nero. Un vino con una accentuata freschezza.
LINTON PARK SHIRAZ 2015
L’ultima cantina che si è prestata ai nostri palati si trova a pochi minuti da Wellington, un affascinante e rustica cittadina delle Winelands, tre secoli di tradizione vinicola,affiancata da moderne pratiche di cantina che rendono i loro vini complessi ed eleganti. Questo Shiraz 2015 si presenta dal color rosso rubino,al naso note di pepe, cioccolato, lampone e more.
Presenti c’erano anche due rappresentanti delle rispettive cantine Spier e Whalehaven, ospite in sala Giorgio Dalla Cia, enologo Italiano trasferitosi a Stellenbosh, per lavorare nella cantina Meerlust, divenuta famosa anche a lui e al suo vino Rubicon, un taglio bordolese a base ci Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc.
Una giornata, passata tra cantine, vino, gente allegra, e assaggi di un piccolo pezzo di Sudafrica, ma forse di tanti e infiniti pezzi di sapori di un paese unico che si ritrova nei loro vini, e ci fanno percepire l’unicità della nazione arcobaleno.
Quest’anno Madiba, compirà 100 anni, stapperemo una bottiglia in suo onore, confidando che i vini Sudafricani, e la sua cultura, si diffondano sempre di più nel nostro paese, perchè ritengo che assaporando i loro vini sia un buon punto di partenza per conoscerlo e comprenderlo. Vi sorprenderanno, come hanno fatto con noi, appassionati di vino, ma sopratutto di storie che vengono da lontano e che nascondo l’anima di un paese e la sua passione profonda.
Grazie Afri Wines e a Vini del Sudafrica, per averci fatto evocare profumi e sapori,e per darci la possibilità di sentire il Sudafrica anche a casa.